L’avvocato barese Luca Medici, alias Checco Zalone, torna sugli schermi televisivi con un ‘one man show‘ tutto suo, dopo aver contribuito al successo travolgente di Zelig, essersi lanciato nella meno fortunata esperienza del “Checco Zalone show”, ed aver sbancato il botteghino con la commedia, divenuta ormai un cult, Che bella giornata: titolerà “Resto umile World Tour” ed andrà in onda su Canale 5 questa sera ed il 9 dicembre. Checco tenterà di divertire il pubblico (mai impresa fu più ardua di questi tempi…) con una comicità che nasce da “idee coraggiose“; uno dei personaggi che Checco proporrà, ad esempio, risponde al nome di Misseri Michele, “concorrente di Cotto e Mangiato che cambia idea ogni due secondi sugli ingredienti, senza alcun riferimento al fatto delittuoso, ma come pretesto per fare satira sociale sulla tv“, oppure la provocatoria campagna della Benetton, che, per chi non lo sapesse ancora, raffigura le personalità politiche e religiose del nostro tempo intenti a scambiarsi teneri baci, tra questi Barack Obama ed il Papa.
Con Duccio Forzano alla regia, la band dei Militi Ignoti (arricchita dai fiati dei Fiatellas, dalla ‘gnocca intelligente’ Youma Diakite, dall’attrice Claudia Potenza e dal corpo di ballo la Seconda Chance), lo show di Zalone per fare “felici” i dirigenti di Canale 5 dovrebbe viaggiare sui 5/6 milioni di telespettatori“, fanno sapere (immaginiamo quanto siano ‘felici‘ dei risultati di “Io canto“…), consapevoli che “il pubblico è ben diverso da quello di Fiorello“, con il quale il confronto è inevitabile ed impietoso (Checco rimane un ‘debuttante‘) e del quale Checco dichiara: “Fiorello è il numero uno, però lui non le sa dire le mie parolacce. E’ il più grande, ha una grande capacità di creare il momento e di rapportarsi con gli ospiti, gli invidio la capacità di fare il varietà, se facessi quello che fa lui la gente mi riderebbe in faccia”.
Per Massimo Donelli, direttore di Canale 5, il “Resto umile World Tour” ”apre un nuovo capitolo nella storia degli show in tv […] che segna una forte cesura di linguaggio e sceneggiatura con il tradizionale varietà televisivo“.
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